Caravaggio
detto Caravaggio ma in realtà era Michelangelo Merisi, un pittore che adorava la luce e il vero. Un rivoluzionario della storia dell'arte vissuto nella seconda metà del cinquecento, nasce a Milano il 1571.
Animo travagliato, ha commesso un delitto ed è fuggito ed è stato perdonato in punto di morte, un pittore solitario e scomodo per la Chiesa ma che aveva protettori famosi.
Come abbiamo detto era amante del vero e quindi ne studiò tutti i particolari, la luce era vista come presenza divina che arriva improvvisamente nei quadri.
Nonostante fosse rivoluzionario nelle sue opere si vede sempre la religiosità, fu allievo di Simone Peterzano da cui impara ad amare la natura.
Alla fine del Cinquecento si reca a Roma e lavora nello studio di Giuseppe Cerasi, qui realizza un realismo, dipinge ciò che è rozzo , le forme sono date dalla luce, vuole trasmettere un messaggio morale per esempio con la condanna del gioco nei Bari.
IL suo stile è innovativo invidiato da tutti, per la stima di grandi mecenati.
Ottiene la sua prima commissione pubblica con la cappella Contarelli nella chiesa di S. Luigi dei Francesi.I personaggi sacri sono rappresentati con abiti della sua epoca ma come sempre la luce è la protagonista.
I suoi comportamenti trasgressivi fanno si che riceva tanti rifiuti e viene anche processato manifestando disprezzo per l'arte a Roma, dove durante una rissa uccide Ranuccio Tomassoni, sono anni difficili i colori diventano più scuri, le composizioni più affollate, aumenta il lavoro con tante opere commissionate.
Muore a Porto Ercole dopo aver ottenuto la grazia.
LA TECNICA
Dipinge dal vero senza disegno, traccia solo le linee importanti della composizione su tela ancora fresca sua esclusiva.
La stanza dove dipinge è scura con una piccola finestrella in alto con uno specchio ha un quadro riflesso, dispone la composizione.