domenica 21 marzo 2021

Filippo Brunelleschi

 Filippo Brunelleschi  


Filippo Brunelleschi  ( Firenze 1377- 1446) aveva appena 24 anni quando partecipò al  concorso  bandito nel 1401 per la seconda porta bronzea del Battistero di Firenze.

Eppure già da un paio di anno aveva iniziato a lavorare autonomamente al di fuori cioè di ogni studio di bottega  creando due busti di Profeti e due Padri della chiesa  in argento per l'altare di sant'Jacopo nella Cattedrale di Pistoia. Sono opere che  pur nella fluida continuità della linea di origine gotica, mostrano un piglio sicuro negli atteggiamenti e nei volti e indicano la volontà di cercare una nuova via e l'insofferenza  verso gli schemi prestabiliti e obbligati della cornice.

In questi  primi anni della sua attività artistica, il Brunelleschi  sembra dunque dedicarsi particolarmente all'oreficeria. Successivamente, non sappiamo  esattamente quando, scolpisce in legno il Crocifisso di Santa Maria Novella, nel quale, superati gli squilibri e le irruenze delle prime opere, raggiunge una composta serenità, un signorile distacco dalle contingenze. Vi è  un luminoso distinguersi delle forme un'armonica ricerca delle proporzioni ( che troverà poi il più ampio  sviluppo nelle successive opere di architettura ) e quindi pur nella naturalistica resa degli elementi anatomici il superamento del dato reale.

Fra il 1401 e il 1418-19 quando pone mano alle sue memorabili imprese architettoniche, passano  molti anni di silenzio.

Sono anni che, secondo  i biografi  avrebbe trascorso per lo più a Roma, insieme a Donatello, studiando le opere antiche, misurandole, analizzandole. La tesi è accettabile perché esiste nei documenti fiorentini che lo riguardano un periodo vuoto fra il 1406 e il 1416.

Sono anni di studio , anni nei quali si viene formando la sua personalità, si  viene delineando la sua concezione dello spazio, si vengono formulando le risposte ai problemi dei rapporti tra l'uomo e il mondo.

Sono anni in cui approfondisce lo studio dell'ottica medievale  ed elabora la nuova teoria sulla prospettiva lineare, come mezzo per dominare razionalmente l'ambiente che ci circonda.

Lo studio delle architetture romane non significa una ricerca imitativa, ma la necessità di capire noi stessi attraverso l'analisi  di ciò che  i nostri padri hanno fatto. Si pone qui il grande problema del rapporto costante fra presente e passato. Brunelleschi  impara, dunque  dall'antico non certo nel senso tradizionale di instaurare una rinascita dell'arte romana , ciò  che sarebbe antistorico e impossibile  ma nel senso di capire la grande lezione di equilibrio  di chiarezza di misura umana che ci proviene dal mondo classico.

E' in questo periodo probabilmente che creando il metodo prospettico dipinge le due tavolette di cui ci parla il suo biografo  una veduta di Piazza della Signoria con il Palazzo  Vecchio e la Loggia e una veduta del Battistero preso  dall'interno della porta centrale del Duomo.

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